Speroni e Calcificazioni ?
ONDE D'URTO FOCALI
La Terapia ad Onde d’Urto consiste nel provocare, a livello di un tessuto o di un organo, impulsi d’elevata intensità, che, trasmettendosi nell’intima compagine cellulare, attraverso un meccanismo di risonanza, riducono la sintomatologia dolorosa, stimolano la neoformazione di vasi sanguigni e riattivano processi riparativi.
Nata nella specialità urologica come terapia incruenta della calcolosi renale, la terapia ad onde d’urto si è poi diffusa nella specialità ortopedica, principalmente per la cura delle pseudartrosi, soprattutto del tipo ipertrofico e della periartrite scapolo-omerale calcifica.
Le indicazioni si possono così suddividere in due campi principali di applicazione: tessuti molli e tessuti duri:
Tessuti molli _ tendinite e tendinopatie inserzionali in genere ed in particolare: epicondiliti, epitrocleiti, tendinite anche calcifica della spalla, del tendine di Achille, della fascia plantare, del pube.
Tessuti duri _ periostiti reattive, periostiti da fratture da stress, coxartrosi, gonartrosi, rizoartrosi, sindrome di Sudeck, pseudartrosi, sperone calcaneare.
Controindicazioni assolute a questi trattamenti: gravidanza in corso, tumori nella zona da trattare , alterazioni della coagulazione ematica in trattamento con farmaci anticoagulanti, infezioni settiche in corso.
La differenza tra onde d’urto focali e radiali è facilmente comprensibile se si tiene presente che un’onda d’urto possiede un punto focale di concentrazione della sua azione in cui è espressa la maggiore densità d’energia pressoria. Nelle onde d’urto focali questo punto è più profondo e concentrato, mentre in quelle radiali è più superficiale e più diffuso.
Quindi, a seconda delle differenti patologie ed in rapporto alla loro estensione, sarà possibile scegliere tra i due tipi di trattamento.
Onde d’urto focalizzate e radiali
Oltre alla distinzione delle onde d’urto in base al principio fisico utilizzato per la loro generazione è necessario soffermarsi su un’altra tipologia di “onde d’urto”, di recente diffusione: le onde d’urto radiali (o balistiche).
Nei sistemi ad onde d’urto balistiche l’onda d’urto viene generata mediante uno speciale manipolo a forma di pistola la cui canna è chiusa all’estremità da un tappo metallico contro il quale viene lanciato, mediante aria compressa a 4-5 bar di pressione, un proiettile d’acciaio. Dalla collisione si genera un’onda d’urto che, attraverso il tappo metallico, si diffonde espandendosi radialmente nella cute e nel primo strato sottostante di tessuto.
Rispetto ai principi fisici “classici” utilizzati per la generazione delle onde d’urto (elettroidraulico, elettromagnetico e piezoelettrico), quello balistico non genera onde d’urto focalizzate e pertanto l’energia, non può essere concentrata alla profondità desiderata durante il trattamento, e si disperde radialmente attraverso la cute.
Con le onde d’urto focalizzate è possibile quindi regolare esattamente la profondita di penetrazione e focalizzare l’energia direttamente sull’area patologica da trattare. Questo è impossibile con le onde d’urto radiali che vengono utilizzate in genere per patologie molto superficiali. Le apparecchiature radiali richiedono inoltre un numero maggiore di onde d’urto e di ritrattamenti per la risoluzione di una patologia.
Una fondamentale miglioria introdotta è il fatto che una zona di terapia e di fuoco così estesa, rende molto più confortevole il trattamento. Si riesce così a trasmettere al paziente delle onde d’urto di media e alta energia con un dolore di bassa entità e soprattutto sopportabile.